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lodarla.„Quest’ opera, egli dice, fu tenu-
ta, ed è certamente la più facile, la più
vivace di colorito, e di disegno, che facesse
giammai Andrea, anzi, che fare si possa :
avendo, oltre all’altre cose, dato grandez-
za, maestà, e grazia infinita a tutte quelle
sigure, intantochè io non so, che mi dire
di questo Cenacolo (1), che non sia poco,
essendo tale, che chiunque lo vede, resta
stupefatto. Onde non è maraviglia, se la sua
bontà fu cagione, che nelle rovine dell'As-
sedio di Firenze l’anno 1529- egli fosse la¬
sciato stare in piedi, allorachè i soldati, e
guastatori per comandamento di chi regge
va, rovinarono tutti i Borghi fuori della
Città, i Monasterj, Spedali, e tutti altri edi-
fizj. Costoro, dico, avendo rovinata la Chie-
sa, e il Campanile di S Salvi, e comincian-
do a mandar giù parte del Convento, giun-
ti, che furono al Refettorio, dov’è questo
Cenacolo, vedendo chi gli guidava, e forse
avendone udito ragionare, si maravigliosa
pittura, abbandonando l'impresa, non la-
ciò rovinar’altro di quel luogo, serbandosi
a ciò fare, quando non avessero potuto
far'altro. „ Ma se a queste Pitture sorpresi
dalla bellezza delle medesime ritennero il
colpo, non cosi si diportarono con opere
egual¬
1) Questo Cenacolo è stato bene intagliato da
Teodoro Gruger.