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ancora dato Regola, nè stabilito ordine al
cuno. „ Ma torniamo a noi dopo si utile,
e dilettevole digressione.
Vedendo il nostro Vescovo Ildebrando,
e non già Lamberto, come per isbaglio ha
detto il Pad. Grandi Dissert. 2. Cap. 4. n. 4.
pag. 44., che questa Basilica, o per l'in-
cursione dei barbari, o per l'antichità, o
per altro accidente era ridotta in pessimo
stato, l'anno 1013. coll' ajuto, e col con-
senso dell'Imperatore S. Enrico, e della Im-
peratrice S. Cunegonda sua moglie la rin-
novellò, per usare l’espressioni del Borghi-
ni, anzi, si può dire, la levò dai fondamen-
ti, e l’ornò di marmi conforme fino al
presente si vede, la eresse in Monastero,
come già anticamente era stata, introdu-
cendovi i Monaci, vi ritrovò il Corpo del
Martire San Miniato, e di più altri Santi
Martiri. Ma sentiamo le parole istesse del
suddetto Vescovo riferite dall' Ughelli nel
T. III. dell'Italia Sacra pag. 47. degne di
essere qui riportate: In Nomine Domini Amen.
Anno ab Incarnatione ejus tertiodecimo post
mille, Imperiique Henrici Romanorum Augusti
quinto Kal. Maii Ind. XI. Dum Ego Ildebrandus
nulla meritorum prerogativa S. Florent: Eccle-
sie Antistes Oratoria nostre sedis propria cir¬
cumirem, atque, que neglecta invenirem, melio-
rare satagerem, inveni Ecclesiam non longe ab
Urbe sitam in honorem S. Miniatis Martyris
dedi-