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l'ozio, che amano gli studj, con donargli
dei terreni, ed una Villa in questo medesi-
mo Castello di Careggi, dove egli compose
la maggior parte delle sue Opere, e dove si
può dire, che fosse l'ordinaria residenza del¬
la suddetta Accademia, a somiglianza di
quella di Platone, che era negli Orti subur-
bani di Atene. Tali progressi egli fece, che
in breve tempo richiamò di nuovo alla luce
la suddetta Filosofia di Platone, e non solo
ne studiò, e colle sue Opere ne dichiarò le
opinioni, ma volle ancora rinnovarne, per
cosi dire, l'esterna apparenza, e ad imita¬
zione di Platone formar l'Accademia. Sor¬
preso Cosimo di si veloci progressi, gli scrive
la seguente lettera, in cui si mostra ansioso
di sentirlo. Contuli heri me in Agrum Caregium.
non agri, sed animi colendi gratia. Veni ad nos
Marsili quamprimum. Fer tecum Platonis no¬
stri Librum, de Summo bono, quem te arbitror
jam e graeca lingua in latinum, ut promiseras.
transtulisse. Nihil enim ardentius cupio, quam
quae via commodius ad felicitatem ducat cognosce
re Vale, et veni, non absque Orphica Lyra (1).
Mor¬
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(1) Che egli avesse appreso la Musica, e qualche
Strumento, egli medesimo lo dice scrivendo ad
Antonio Canigiani Ep. Lib. I. pag. 24. Auctoritate
Mercurii, Platonisque fretus, qui musicam nobis
a Deo concessam dicunt ad domandum corpus,
temperandum animum, Deumque laudandum.