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ligiosi, ai quali per il loro mantenimento
fu lasciato dalla detta Granduchessa Cri¬
stina nel suo Testamento la rendita di scu¬
di 600. annui, che gli venivano pagati dal¬
la Reale Depositeria a cinquanta scudi il
mese, con patto, e condizione, che il det-
to Monastero non dovesse abitarsi, che
da questi Monaci Francesi, o Lorenesi, o
Toscani. Tanto era l'affetto, e la divozio¬
ne, che Cristina aveva preso a questo Santo
luogo, che nel Torrione delle mura della
Città, che gli resta quasi di faccia, fece fa-
re una stanza, in cui S. A. S. vi si introdu¬
ceva per il congiunto giardino di Boboli
aprendovi una finestra, che vi si vede sino
al presente, e per una piccola porticella la¬
terale si trasferiva sovente in questa Chie¬
sa per orare. Cosimo II. non fu niente me¬
no per questa affezionato, mentre vedendo
quanto ella era angusta l'ampliò, e l’ab¬
belli. Cosimo III. sinalmente per togliere
qualunque sconcerto, che provenir poteva
nelle Loggie, da cui lateralmente era cir-
condato il Tempio, e per evitare il con-
sorzio di persone di diverso sesso, che de¬
turpar potesse il luogo santo, pensò pruden-
temente, e si risolvè di chiuderle, e con es
se di formarne due Navate, e di erigervi
sei Altari, chiudendo la loggia d’avanti
con cancellate di ferro.
Sulla facciata della Chiesa è da ammi¬
rarsi