Full text: Martini, Ferdinando: L'arte contemporanea e l'esposizione della Nuova Promotrice

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speciale. E vorrei che questa libertà di giudizi consen- 
tissero gli artisti: i quali troppo spesso a torto di¬ 
sprezzano chi, anco avendo senno e gusto, non sa, 
come loro, fare un quadro, una statua, una comme¬ 
dia, una casa, una sinfonia. 
Sperando dunque che gli artisti si risolvano pri¬ 
ma o poi ą firmare questo decreto, che ho loro pro¬ 
posto, parlo oggi anch’io di quadri: chè se a ognuno 
è lecito dire la sua, tanto più potrà esprimere il senti- 
mento proprio chi un’ arte, sebbene diversa, coltiva con 
affetto grandissimo. Perocchè, senza star qui a discu- 
tere se le arti sieno o no sorelle, niuno vorrà oppor- 
si a questa sentenza del Cousin (*): che, cioè, l’inten- 
dimento dell’arte essendo di giungere fino all’ anima 
per mezzo del corpo, tutte le arti nel loro intendimen- 
to sono eguali: tutte sono arti, perchè esprimono l’in- 
visibile. Infatti, la espressione è la legge suprema del- 
l’arte e la cosa da esprimersi è sempre la stessa: è 
l’idea, lo spirito, l’anima, l’invisibile, lo infinito; ma 
siccome si tratta di esprimere questa sola e medesima 
cosa, dirigendosi ai sensi che sono diversi, la diversi- 
tà dei sensi divide l’arte in arti diverse. 
Di questa relazione generale delle arti è prova la 
somiglianza che hanno fra loro alcuni artisti sommi 
sebbene sia diversa l’epoca in cui vissero e l’arte che 
coltivarono: cosi Virgilio, Raffaello e il Bellini si so- 
migliano fra loro, come fra loro si somigliano Leonar- 
do, lo Shakespeare ed il Beethowen; di questo infine, 
si mostrarono convinti Sebastiano Bach, il quale non 
cominciò il suo oratorio della Passione se non quando 
() Du vrai, du beau, du bien.
	        
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