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no giallo, i mattoni. rossi ; ora il fare il grano rosso, i
cavoli celesti e i mattoni neri non è originalità : que¬
sta osservazione che parrà a’ più superflua, ed è vera-
mente in teoria, occorre poi doverla fare spessissimo
quando si scende alla pratica.
Per esempio: se fra i quadri di genere esposti dalla
nuova Società Promotrice , ve n’ è uno singolare in
tutto e per tutto è certamente il Maggio di Vincenzo
Cabianca: Resta ora da vedersi se questa singolarità sia
lodevole e risponda allo intendimento dell’ arte.
Per me , lo dico subito , credo di no : il Maggio mi
pare un quadro sbagliato. Se non che, gli sbagli che
sono in quella tela, e dei quali facilmente s’ accorge
anco chi sia assolutamente sfornito di studi tecnici ed
estetici, non sono sbagli d’uomo volgare : ma, in¬
dizio sicuro dell’ amore e della coscienza di un arti-
sta, che studia e va in cerca del bene, e non sem-
pre lo raggiunge : dico non sempre perchè i cipressi
che sorgono in fondo del quadro e la luce che inonda
il gruppo delle donne a sinistra dello spettatore mi
paiono da lodarsi.
Non mi piace dunque il quadro : ma buona mi sem¬
bra l’intenzione ; e fecondata dall’ingegno del Cabianca
essa darà, lo spero, prima o poi buoni frutti.
E stato detto che il quadro ha un po’ della mac¬
chia : ed è vero ; se ne è trattà la conseguenza che
il Cabianca è un macchiaiuolo: e questo penso sia
falso ; perchè quel quadro nel quale si rivela il desi¬
derio di progresso, non può essere opera di un arti¬
sta che vada indietro : e tornare alla macchia sa¬
rebbe infatti un retrocedere. La macchia, della qua¬
le si ebbero i primi saggi fra noi nelle esposizioni