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ligioso nel tempo in cui vissero que’ grandi. Lo spacca¬
pietre del Courbet, il quale sulla strada maestra sotto il
sole ardente d’agosto, cessa per un momento dalla dura
opera sua per asciugarsi il sudore, che largamente gli
gronda dalla fronte rugosa, narrerà agli avvenire tut-
ta la storia miseranda dei proletari d’oggi, tutti i fa¬
ticosi dolori del nostro popolo. Se voi volete l’idea in¬
somma la troverete dappertutto purchè sappiate cer-
carla: nei Massacri di Scio del Delacroix, come nel
Pierrot mourant del Gerôme: perocchè se la Trasfi¬
gurazione di Raffaello o il Giudizio di Michelangelo
nella esplicazione di un sublime concetto religioso c’in¬
segnano ad amare ed a credere, a credere e ad amare
c’insegna del pari un paese del Ruysdael colla poetica
e varia rappresentazione della natura agreste.
Come poi, quando e da chi fosse per la prima volta
sentenziato che l'arte di genere non deve coltivarsi da¬
gli italiani perchè non ha tradizioni italiane non oc¬
corre indagare: certo però, chi pronunziava cotesto
giudizio o non conobbe la storia dell’arte nostra o,
ammiratore soverchio e intollerante della pittura sto-
rica, volle, falsando il vero, porre contro a’ pittori
di genere il sentimento nazionale del nostro popolo.
Qualunque sia la causa, l’effetto è questo: che, gi¬
rando le sale delle nostre Esposizioni, voi vedete la
maggior parte de’visitatori passare innanzi ai quadri
di genere, senza neanco guardarli, e andare ripe-
tendo ogni momento : « Ma perchè i nostri artisti
scelgono questi argomenti? questa non è arte italiana:
i nostri antichi non facevano cosi: siamo divenuti i
servitori umilissimi de’Fiamminghi ec, ec. » Ponete il
caso che domani un accorto pedante raccolga queste