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dalle giunte e dalle Commissioni si sono venduti poi
fino a venticinque mila franchi ciascuno.
Un’altra piaga, non meno grave e dannosa di quella
che abbiamo discorso è l’intolleranza; o come altri dice
l’esclusivismo: e questa è piaga, che addolora e tormen-
ta in oggi tutte le arti e che la critica, cui spette-
rebbe l’ufficio di sanarla, fa invece più crudele ed acer-
ba. Di essa occorrerebbe ampiamente discorrere: ma
non lo consente l’indole di questo scritto: ed io cer-
cherò di compendiare le varie questioni e di mostrare
come e perchè il dispotismo nell’arte, cosi come nella
politica, sia fatto sterile dal suo principio medesimo.
Si è detto per gran tempo da alcuni, ed oggi altri lo
ripetono, che il solo genere di pittura veramente ar-
tistico è il genere storico. La prima volta che lessi que¬
ste parole gettate là a guisa di assioma in un libro di
critica, mi domandai quale di noi vaneggiava se l’auto-
re del libro od io: dacchè non saprei trovare la ragione
per la quale, ammirando (messa da parte ogni questio¬
ne di maniera e di scuola), la Maria Stuarda dell’Ha-
yez, o il Carlo VIII del Bezzuoli, si debbano conside-
rare quasi cosa in cui l’arte non entra per nulla i qua-
dretti del Migliara e dell’Induno. Andato innanzi nel-
la lettura appresi poi, che « sola la pittura storica col¬
la rappresentazione delle grandi gesta passate rag¬
giunge l'intento supremo dell' arte , facendosi mae¬
stra de popoli e ispirando nell' animo dei più il de¬
siderio delle nobili cose » e che finalmente « sola do¬
veva coltivarsi dagli italiani pe quali la pittura di
genere non ha tradizioni di sorta. »
Questo discorso a me pare cosi essenzialmente as¬
surdo, che quasi mi starei dal mostrarne l’errore : ma