A
nare per quali esempi e con quali passi mi¬
gliorò e s'accrebbe l'esercizio delle liberali di¬
scipline, che si direbbe d' un libro che lasciasse
nell obblio i monumenti de primi secoli ita¬
liani, e saltasse di pie pari a numerar quelli
che appunto sono il frutto d' uno sforzo gra¬
dato, e di que lenti periodi che deggiono dar
forma ed ordine a chi imprendesse una storia
generale? Aggiungasi che molte pitture e scul¬
ture esequite ne secoli anteriori, specialmente
nel quindicesimo son dotate di quella schietta
semplicità che le rende assai più preziose agli
squardi del dotto di molte e molte che vennero
in luce nelle epoche più moderne; laonde il
passarle in silenzio non è tanto un ingratitu¬
dine verso la nostra antichità, quanto una fro¬
de a chi cerca d' erudirsi, poichè tende a van¬
tare la corrutela de manieristi, e a deprimere
il gentile e purissimo gusto di que primi ar¬
tefici. Cosi fece il Ratti; in iscusa del quale si
potrebbe allegare l'aver vissuta un epoca, in
cui l'affetto verso le cose antiche tacea non
solo nel comune de cittadini, ma ben anco ne
cultori delle arti, ed in cui il gusto di co¬
storo non era ancor scevro affatto delle pas¬
sate corruzioni. Ma oggidi non avremmo scusa