GIUNTAJI.
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zioni non sarebbe loro stata inutile, e li avrebbe anzi posti
in caso di rendere maggiori servigi alle scienze ed alle
arti (1).
La sventura poi di alcuni celebri matematici, che anda¬
rono errati nelle applicazioni, non sa prova sulla inutilitä
delle scienze esatte, ma bensi sulla insufficienza di quelle
scienze per dirigere da sè sole le operazioni pratiche, do¬
vendo le medesime essere accompagnate dalle cognizioni spe¬
rimentali ; per cui riunendo intimamente le une alle altre, si
può soltanto sperare risultati utili e soddisfacenti.
Dopo di che il citato Borgnis conchiude, che niuno può
pretendere di dare perfezione od incremento alla scienza,
senz' acquistare le cognizioni necessarie, per mezzo dello stu¬
dio o di una pratica illuminata e non puramente abituale.
E soggiunge ; se voi siete animati da una tendenza straordi¬
naria verso la meccanica, se l' ingegno v' infiamma, se la na¬
tura vi fece un dono si raro, accordato solo ad alcuni es¬
seri privilegiati, sappiate che l' ingegno è un germe prezio¬
sissimo, ma ch' esige una diligente coltura per essere frutti¬
sero; sappiate che se si confida ad un terreno incolto reste¬
rà probabilmente soffocato dalle erbe maligne e parassite, e
che, se dotato di un vigore straordinario giunge a sviluppar¬
(1) Antonio Collalto trattò diffusamente questo subbietto in una
sua memoria letta all' Istituto di Scienze, Lettere ed Arti in Padova ne
giorno 16. Marzo 1819. che porta il titolo: Quali mezzi d'istruzione
possono avere certi uomini, i quali senza alcuna apparente collura,
immaginano ed eseguiscono nuove ed ingegnose macchine. In questa
memoria dopo aver parlato della vanità di un istinto od ispirazione na¬
turale in tali argomenti, mostra che queste invenzioni debbono esser il
frutto delle osservazioni, degli sperimenti e di profonde meditazioni sul¬
le forze della natura, e sulle macchine esistenti, e quindi che i gabinet¬
li, le officine, gli arsonali possono tener luogo di altrettante utili scuole.
Indi rettificando gli errori dei biografi, che sempre tendono al maravi¬
glioso in favore dell' uomo che lodano, mostra la semplice via seguita da
quel pratici rinomati che nulla conoscevano di teoria; e trattenendosi in
ispecialità sopra il Bassanese Ferracina mostra un tondato dubbio sulla
invenzione attribuitagli della tanto celebrata macchina idraulica della ca¬
sa Belegno, consistente nella combinazione di due elici di Archimede;
combinazione che il Collalto osservò in molte raccolte di macchine, e
particolarmente fra quelle del Rameli e del Bochlero, i cui disegni po¬
tevano essere facilmente veduti dal Ferracina, che doveva essere avidis¬
simo di cercare tutto ciò che riguardava la meccanica.