CAPO XXII.
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avversarj scavando le fosse tentavano di penetrare
al di dentro. Cosi conosciutane la drittura
preparò caldaje d'acqua bollente e di pece, di
sterco umanocé d'arena infocata, da gettarsi dal¬
l'alto sulla testa degl'inimici: di poi nottetempo
aperse gran numero di buchi, e da quelli repen¬
te versando, estinse tutti i nemici, ch' erano in
quel lavoro occupati.
51. Parimente, mentre si oppugnava Marsi¬
glia e si faceano oltre trenta spelonche, i Marsi¬
gliesi insospettiti abbassarono con uno scavo pii
prosondo la fossa che v'era dinanzi al muro; co¬
sicché tutte le spelonche comunicavano colla fos
sa. Ne luoghi poi ove non potea farsi la fossa¬
fecero dentro al muro, di fronte al luogo a cui
dirigevansi le spelonche, un baratro d' immensa
lunghezza ed ampiezza a foggia d'una piscina, e
lo riempirono coll' acqua de' pozzi e del porto.
Onde nel punto che le nari dello speco si apri¬
rono, la veemenza dell' acqua versata soyverti tut¬
ti i sostegni (2), e coloro che erano dentro, dal¬
la gran copia dell'acqua e dalla ruina dello spe¬
co rimasero soffocati; ed anco quando si formaya
contro di essi un argine verso il muro, ed ivi
gli alberi retisi in varie collocazioni con grande
lavoro ammucchiavansi, tirando colle baliste ver¬
ghe di ferro roventi, fecero andar in fiamme tut
(1) Il lat, limitatione cognita. Il Pontedera spiega: la
drittura della mina,
(2) Lat. supplantavit.
VITRUVIO, Lib, X.