LIBRO IX
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vono essère ammirate dagli uomini, perchè furo¬
no fatte con tanta cura, che sembrano con men¬
te divina presagire le vicende future delle stagio¬
ni. Onde queste cose debbono lasciarsi alle loro
cure ed applicazioni.
CAPO VIII.
Delle regole degli orologi e delle ombre delli
gnomoni al tempo equinoziale in Roma ed in
alcuni altri luoghi.
39. Voi però dobbiamo separare dai loro stu¬
dj le regole degli orologi (1) e spiegare le bre¬
vità e lunghezze (2) mestruali dei giorni. Perchè
il Sole al tempo equinoziale aggirandosi in Arie¬
(1) Veggasi la Giunta III. Tutti gli astronomi antichi
tanto babilonesi che di Grecia stabilirono per le loro ricer¬
che di dividere il giorno, in cui cadeva l' equinozio, in do¬
dici parti eguali. Nè si poteva al certo far altramente, fin¬
chè non fosse determinato il nome e l' uso delle ore. Dopo
di che, inventati gli orologi, siccome le ore risultavano ora
più lunghe ora più brevi a seconda della stagione, gli astro¬
nomi ed i gnomonici, lasciando la stabilita distribuzione per
gli usi civili, riferivano tutte le loro operazioni alle ore equi¬
noziali; perciocchè essendo gli orologi conformati dietro il
corso del Sole, mostravano le ore per tutti i mesi crescenti
e decrescenti dietro la lunghezza delle ombre, quindi riferi¬
vano tutte le operazioni matematiche e gnomoniche all' om¬
bra dello gnomone equinoziale. E non solo la diversità del
la stagione, ma ben anche quella della posizione di un pae¬
se, fa variare la lunghezza delle ore; e perciò in ogni pae¬
se per istituire un orologio prendevano per norma l'ombra
equinoziale. Dal Salmasio, Esercit. pag. 641.
(2) Il testo depalationes. Questa voce viene dal Perrault
interpretata per proporzione dell' ombra equinoziale, rite¬
nendo che depalatio provenga da palo, e significhi una co¬