LIBRO IX.
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vaso, altrettanto d'acqua n'è uscita. Poscia estrat¬
ta la massa, rifuse, misurando con un sestario (1)
quel tanto d' acqua che vi mancava, talchè, sic¬
come prima, si adeguasse all' orlo. Cosi troyò co¬
me ad un dato peso di argento corrispondesse
una data misura d'acqua. Ciò avendo sperimen¬
tato, depose similmente dentro un vaso pieno una
massa di oro, ed estrattala colla stessa regola ag¬
giuntavi la misura, trovò che non vi mancava
tant acqua, ma tanto di meno, quanto di minor
grandezza di corpo era la massa di oro, pari di
peso a quella d' argento. Indi riempiuto di nuo¬
vo il vaso, e depostavi nell' acqua la stessa coro¬
na, trovò che maggior copia d' acqua erasi ver¬
sata per la corona che non per la massa d'oro
di peso eguale : e cosi argomentando da quel di
più che mancava d'acqua per la corona che non
per la massa, comprese la mescolanza dell' argen¬
to nell oro, e il furto manifesto (2) dell' appalta¬
tore.
(1) La sesta parte del congio.
(2) Questo problema, e tutti quelli di simil natura, col
linguaggio algebrico si risolvono nella maniera seguente. Sia
a il volume del miscuglio, b il suo peso, c sia il peso spe¬
cifico di uno dei componenti, d quello dell' altro; sia a il
volume del primo, ed y il volume del secondo. Ritenendo
che il volume del composto eguagli la somma dei volumi
dei componenti, si avrà l'equazione x +y = a; e conside¬
rato pure il peso dell' uno siccome eguale alla somma dei
pesi degii altri, si otterrà l' altra equazione cx dy — 6;
b — ad
b—ac
dalle quali equazioni risulta a
cioè
ed
c- d
il volume di una delle sostanze si eguaglia alla diffe¬
renza fra il peso del miscuglio, ed il peso che avrebbe