Full text: Lib. VIII (8)

CAPO III. 
Se te col gregge al mezzodi la sete 
Preme allo speco del Clitorio fonte, 
Spegni la sete tua, poscia vicino 
Alle Najadi ninfe il gregge arresta; 
Ma in quella fonte non lavar le membra. 
Che al bevitor di vino il bagno nuoce: 
Fuggi l'acque alle viti infeste, dove 
Astergendo Melampo il morbo arcano 
Le Pretidi purgò dalla crudele 
Rabbia; poi lungi d' Argo il piè rivolto 
Dell aspra Arcadia si celò nei monti. 
Parimente nell' isola di Chio (1) evvi una fonte, 
ove chiunque imprudentemente bee divien pazzo; 
ed ivi è scolpito un epigramma con tale senten¬ 
za: gioconda è la porzion di quest' acqua, ma a 
chi ne bee si faranno 1 sensi di sasso. I versi 
sono 1 seguenti : 
Fresco è l'umor del fonte, e a bersi dolce, 
Ma tosto chi ne bee diventa sasso. 
In Susa (2) poi, città dominante del regno di Per¬ 
sia, v'è un fonticello, che fa perdere i denti a 
que che ne beono. Ed ivi pure sta scritto un e¬ 
pigramma esprimente questa sentenza: egregia es¬ 
ser quell acqua a lavarsi, ma a chi ne bee fa 
balzare i denti dalle radici: ed ecco 1 versi gre¬ 
ci di questo epigramma: 
(1) Oggi detta Scio, è un' isola dell' Arcipelago, quasi 
tutta montuosa, situata presso la Jonia, fertile in vino squisito. 
(2) Posta sul fiume Tiritiri, anticamente detto Euleo. Chia¬ 
masi ora Suster e Sustra 
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