CAPO III.
Se te col gregge al mezzodi la sete
Preme allo speco del Clitorio fonte,
Spegni la sete tua, poscia vicino
Alle Najadi ninfe il gregge arresta;
Ma in quella fonte non lavar le membra.
Che al bevitor di vino il bagno nuoce:
Fuggi l'acque alle viti infeste, dove
Astergendo Melampo il morbo arcano
Le Pretidi purgò dalla crudele
Rabbia; poi lungi d' Argo il piè rivolto
Dell aspra Arcadia si celò nei monti.
Parimente nell' isola di Chio (1) evvi una fonte,
ove chiunque imprudentemente bee divien pazzo;
ed ivi è scolpito un epigramma con tale senten¬
za: gioconda è la porzion di quest' acqua, ma a
chi ne bee si faranno 1 sensi di sasso. I versi
sono 1 seguenti :
Fresco è l'umor del fonte, e a bersi dolce,
Ma tosto chi ne bee diventa sasso.
In Susa (2) poi, città dominante del regno di Per¬
sia, v'è un fonticello, che fa perdere i denti a
que che ne beono. Ed ivi pure sta scritto un e¬
pigramma esprimente questa sentenza: egregia es¬
ser quell acqua a lavarsi, ma a chi ne bee fa
balzare i denti dalle radici: ed ecco 1 versi gre¬
ci di questo epigramma:
(1) Oggi detta Scio, è un' isola dell' Arcipelago, quasi
tutta montuosa, situata presso la Jonia, fertile in vino squisito.
(2) Posta sul fiume Tiritiri, anticamente detto Euleo. Chia¬
masi ora Suster e Sustra
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