LIBRO VII.
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gno, affinchè per troppo indugiare non si sospen¬
dano le opere. Si abbrucino tralci di vite, o scheg¬
ge di pino : quandó saranno carboni si estingua¬
no: poscia si tritino nel mortajo con glutine : fa¬
râ questo un atramento per gl' intonacatori non
invenusto. Parimente se la feccia del vino secca,
cotta in fornace, e tritata con glutine si metta
in lavoro, darà un bel nero; e quanto migliore
sarà il vino, da cui verrà, non solamente ne u¬
scirâ il nero, ma eziandio un colore somigliante
all' indaco.
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CAPO XI.
Della composizione dell' azzurro.
61. La composizione dell'azzurro (1) fu in¬
ventata in Alessandria: poscia Vestorio stabili di
farlo a Pozzuolo. Maravigliosa è poi la maniera
di questa invenzione. Si pesta l'arena tanto fina¬
mente col fior di nitro, finchè sia simile alla fa¬
rina, e con grosse lime fatta una limatura di ra¬
me ciprio, vi si mescola e si bagna, affinchè si
conglomeri : poscia rivoltandola per le mani si
converte in palle, e si mettono insieme a seccare;
secche che sieno si adagiano in un orcio di ter¬
(1) In questo capo parla del ceruleo e dell'usta, due ma¬
terie coloranti, di cui terremo discorso nella Giunta III; co¬
me pure degli altri colori naturali ed artifiziali, di çui trat¬
ta Vitruvio nei capitoli susseguenti.