GIUNTA III.
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basti sapere che la prima giunse all' apice dell' eccellenza, e
che la seconda le fu di poco inferiore. E quand' anche non
si possa determinare se i Greci abbiano date, o no, all'Ita¬
lia le prime lezioni in quest' arte, è però certo che i popoli
di questa gloriosa e ad un tempo sventurata penisola la col¬
tivavano fin da tempi più remoti, e che la impiegavano a
decorazione dei loro edifizj (1).
Ed in architettura non vi può essere ornato più bello e
più conveniente della pittura. L'interno di un palazzo ma¬
gnifico ben presto tornerebbe a noja se non altro vi si os¬
servassero che i misurati compartimenti dell'architetto. E ve¬
ro che il fine principale di una fabbrica è quello di toglie¬
re gli uomini all' intemperie del clima e delle stagioni, e di
offrir loro un asilo sicuro dalla molestia di alcuni nimici; ma
non è meno vero che gli usi e le abitudini introdotte dalla
società, come pure la stessa inclemenza del cielo, obbligano
la maggior parte degl'individui della nostra specie a soggior¬
nare nelle proprie abitazioni molto più lungamente che i lo¬
ro bisogni non lo richiederebbero; quindi fa loro d' uopo di
rompere quella melanconica monotonia. Ed ecco la pittura
che vi anima le pâreti, e col prestigio dei colori, e con l'al¬
ternar dell' ombre e della luce ingrandisce oltremodo lo spa¬
zio prima si limitato, e sembra, anzichè d'esser racchiusi, di
vagar liberi per l'aperto dei campi e per l'immensità der
cieli in compagnia d' altri uomini e d' altri animali (2). Ma
non istà in ciò l' unico pregio di quest'arte. L'uomo si,com¬
(1) Plinio parla di alcune pitture che si vedevano ai suoi giorni ner
tempj della città di Ardea in Campania, e che si reputavano anteriori alla
fondazione di Roma; e di più antichi ne sussistevano a Cera, città di To¬
scana.
(2) Gli scrupolosi predicatori della convenienza spingono la cosa a do¬
mandare perchè nell'interno degli edifizj v'abbiano ad essere pitture inch¬
canti aperto. Il Milizia risponde; perchè la pittura non è cosa, ma imma¬
gine di cose; risposta che ci sembra di niun significato. Convenienza vuol
dire appunto l'esatta corrispondenza delle immagini con le cose che rap¬
presentano, e coi luoghi ove sono rappresentate. Ma nel nostro caso non
bisogna prendere la convenienza in cosi stretto senso, poichè allora in una
stanza non si potrebbero rappresentare che uomini, qualche animale dome¬
stico, e pochi utensili. La convenienza dev’ essere inyece conservata respetti¬
vamente all'uffizio, cui vengono destinati i varj luoghi. Cosi le sale da conviti
si adorneranno con rappresentazioni di oggetti che possono invitare alla gioja,