GIUNTA II.
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e sostenuto da quattro piloni altissimi, Dunque la cupola
consta propriamente di due parti principali, l'una cilindrica¬
che dicesi tamburo, e l'altra sferica, cui si dà il nome di
volta. Anzi nella sommità della volta si lascia per lo piu un'a-
pertura, dalla quale comincia una terza parte, cioè la lan¬
terna, che serve a dar luce al sottoposto luogo. Gli archi¬
tetti moderni, secondo il Milizia, di niuna cosa si pavoneg¬
giano tanto che delle loro cupole, le quali si considerano co¬
me il più ingegnoso slancio dell' architettura; e le sanno dop¬
ple, cioé una dentro all' altra con qualche intervallo fra la
convessità dell' inferiore e la concavità della superiore, affin¬
ché sieno graziose tanto all' esterno quanto nell' interno. Ma
soggiunge, che l'effetto di tanto ingegno non è altro, che di
presentare al di fuori una massa insulsa, ed al di dentro un
vuoto sproporzionato, il quale, se vi si è sotto e si voglia
guardare in su, diventa un torcicollo, e se lo si osserva da
lungi non apparisce che un buco, come se il muro fosse
squarciato. Queste cupole vennero specialmente impiegate nei
tempj, e si moltiplicarono coll' allontanarsi che fece l' archi¬
tettura dal puro stile greco e romano; sicchè con le mede¬
sime si copri non solo la parte principale di una chiesa, ma
bensi tutte le cappelle che in essa si consacravano all' uno
od all' altro protettore ; e perciò alcuni di questi edifizi pre¬
sentarono molte cupole, il maggior pregio delle quali si fa¬
ceva consistere nell' armonia che risultava dal rapporto, con
cui stavano fra loro. E per verità non si può negare, che
l'esterno di tali chiese, veduto da qualche punto particola¬
re, desti un certo sentimento di piacere consimile a quello
che si prova alla vista del bello, il quale già per unanime
consenso dei dotti consiste nel proporzionato accordo delle
parti; fra le quali si deve annoverare la Chiesa di S. Anto¬
nio in Padova. Noi però siamo di parere che gli edifizi a
pianta rettangolare debbano coprirsi con tetto inclinato che
presenti nelle fronti quei belli fastigj delle fabbriche greche;
ovvero con volte a botte, come si coprivano le basiliche dei
Romani. Le cupole mostreranno l' ardire dell' architetto, ma
non mai il carattere di una parte essenziale della fabbrica;
che anzi sembrano appunto un edifizio collocato sopra un
altro edifizio. Le più celebri cupole che si annoverano sono
VITRUVIO, Lib. VII.