LIBRO V.
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mità si piantino le calcidiche (1), come si vede
nella Giulia aquiliana (*)
(1) Molto si quistionô per determinare qual fosse la par¬
te della basilica che si chiamasse calcidica. Lo Stratico fra
le altre opinioni riferisce quella da Pietro Marquez esposta
nell' opera intitolata Delle case di Città dei Signori Roma¬
ni. Egli osserva che le proprietà di questi luoghi secondo
Vitruvio sono: 1.° che abbiano ad essere parti interne della
basilica, poichè se dovevano essere esterne ed aggiunte, Vi¬
truvio non le avrebbe stabilite ad occupare parte della lun¬
ghezza quando questa fosse troppo grande in confronto del¬
la larghezza. 2.° Il sito delle calcidiche era soltanto in un
estremo della basilica, non essendo credibile che si fosse
scelta una tale lunghezza da doverne escludere una parte da
ambe l’ estremità. 5.° Non erano parti essenziali delle basi¬
liche, perchè vengono prescritte nel solo caso di un eccé¬
dente lunghezza. 4.° Le calcidiche, quando si costruivano,
erano più di una; benché quest' ultima condizione sia dub¬
bia. Ciò premesso, egli ritiene per fermo che le chiese cri¬
stiane avessero le stesse forme delle basiliche dei Romani;
e che perciò la forma delle basiliche, che più non esistono,
si debba dedurre dalla forma delle nostre chiese. Ora due
sono, secondo lui, le parti dei tempj, alle quali si adattano
le proprietà delle calcidiche ; l' una è in quel piano piu é¬
levato che sta nell'estremità della basilica fra la tribuna ed
il termine della nave di mezzo ; l'altra in quei piccoli tem¬
pietti che stanno nell' estremità delle navi laterali e che noi
chiamiamo cappelle. A queste parti pertanto, sia che se ne
consideri una sola, sia che se ne considerino diverse, conven¬
gono però le proprietà delle calcidiche vitruviane. Oltre a
ciò il sito prima d'ogni altro indicato nella basilica vitru¬
viana era occupato dal portico, che nell'interno correva tut¬
to intorno alla basilica, e perciò non potevasi colà ammette¬
re la calcidica, non essendovi eccesso di lunghezza. Quindi
questo nome compete alle cappelle laterali, che sono nell'in¬
terno della basilica, nell'estremità della lunghezza, e che pos
sono togliersi o lasciarsi senza danno della simmetria.
Lo Stratico però dopo esaminate molte congetture e mol¬
te erudite esposizioni, fa conoscere ch'egli inclina all' opi¬
nione del Perrault, il quale ritiene che le calcidiche fossero
aule alquanto più spaziose, dove i magistrati adempivano al¬
le loro incumbenze, e dove si rendeva giustizia, nello stesso
piano delle logge dette meniane, per mezzo delle quali si
poteva agevolmente passare da un luogo all'altro. Le calci