Full text: Lib. V (5)

GIUNTA III. 
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le opere architettoniche che abbia prodotto l'antichità, due 
sole non si trovano che abbiano un’ esatta corrispondenza 
pelle loro parti, e forse nessuna che le abbia armonicamen¬ 
te proporzionate; eppure piacciono, e destano quel senti- 
mento che appunto è lo scopo comune di tutte le arti bel 
le. Ma lo stesso Vitruvio, che ha fatto pompa di cognizioni 
musicali, va forse cercando queste corrispondenze? Egli esi¬ 
ge che l' architetto sappia di musica, e ne va indicando le 
leggi che esistevano ai giorni suoi, soltanto per conformarvi 
alcune opere d' ingegnere, siccome sono appunto i teatri, gli 
echei, che allora erano di un'importanza quasi assoluta, ed 
alcune macchine, le quali erano giudicate ottime dal suono 
che mandavano al toccarle. Non istabilisce dunque rapporti 
fra la musica e l' architettura, siccome sognarono gli archi¬ 
tetti posteriori, ma raccomanda lo studio della musica nello 
stesso modo che raccomanda quello della letteratura, della 
storia, delle scienze naturali, cioè per un determinato sco¬ 
po, e non per istabilire dietro ad essa una legge generale di 
architettura. 
Per la qual cosa noi crediamo di ommettere, siccome co¬ 
sa affatto inutile, i confronti fra le leggi speciali di queste 
due arti, e solo a compimento di commenti di Vitruvio es¬ 
porremo come fecero tutti i suoi interpreti la corrisponden¬ 
za fra i nomi antichi ed i moderni in fatto di musica. Chi 
volesse però vedere quanto sia stato immaginato su questo 
rapporto, potrà consultare la esercitazione V. dello Stratico. 
Riporteremo in primo luogo ciò che dice il Perrault ci¬ 
tato dal Poleni. Offre egli una tavola sulla quale ragiona nel 
modo seguente. Questa tavola; che noi diamo sotto il nu¬ 
mero V., presenta quanto havvi nel testo vitruviano e nelle 
note risguardanti la musica degli antichi. Si vede nella par¬ 
te superiore divisa in tre rubriche ciò che risguarda i tre 
generi; ciascuna di queste viene nel senso verticale suddivi¬ 
sa in cinque altre che contengono i cinque tetracordi. Lo 
spazio di ciascun tetracordo viene tripartito con linee pun¬ 
teggiate, ed in ciascuna di queste divisioni vi si vede uno 
dei suoni, dei quali è composto il sistema. Fra le linee pun¬ 
teggiate sono scritti i nomi degl' intervalli che convengono 
al tetracordo in ciascun genere, cioè due diesi ed una terza
	        
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