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CAPO VI.
viore, sia a perfetto livello colla sommilà de capi¬
telli delle colonne, che sono nel pronao: la luce
rault, dal Galiani, dall'Ortiz, mostra quell'ornamento da por¬
si sopra la porta con le lettere BGLE. Questa corona viene
dal Filandro detta a ragione deforme; ed il Cesariano evitò
quella deformità nella figura da lui immaginata, ma però la
sua spiegazione ed i suoi commenti sono cosi oscuri, da non
poter facilmente conoscere se ciò ch’ egli spiega coll'ajuto
della figura accordi col testo vitruviano. Il Newton però os¬
servando la deformità che proviene dalle figure degli altri
interpreti, spiega diversamente la cosa. Offre due esempj an¬
tichi di porte, nelle quali la corona superiore sta nella stes¬
sa linea orizzontale cogli abachi dei capitelli; ed uno di que¬
sti è il tempio dorico di Cora, l’ altro quello della Sibilla
in Tivoli. Ma in ammendue l'altézza dal pavimento al lacu¬
nare si vede divisa in tre parti e mezzo, e due e mezzo di
queste vengono occupate dall' altezza della porta. Adottata
questa misura, si ottiene una porta, i cui membri disposti
secondo le proporzioni vitruviane, non eccedono deformemen¬
te, e la corona superiore sta nella stessa linea cogli abachi
dei capitelli. Quindi è probabile che nel testo vitruviano vi
sia incorso un errore, e che invece di leggere che si debba¬
no attribuire all' altezza della porta due delle tre parti'e
mezzo, si debba leggere due e mezzo di queste tre e mezzo.
Soggiunge poi che generalmente nelle porte antiche non si
riscontra l' altezza osservata nei tempj di Cora e di Tivoli,
e che per la maggior parte convengono col testo vitruviano,
cioè hanno due delle tre parti e mezzo, in cui si divide l'al¬
tezza dal pavimento al soffitto, come nei tempj della Fortu¬
na Virile, della Concordia e di Vesta a Roma, e in quello
di Pola in Istria; ma che però nuna di queste é del ge¬
nere dorico, nè attico, ma bensi di quello che Vitruvio
chiama jonico; dovechè quelle di Cora e di Tivoli sono
attiche, dette anche doriche da Vitruvio. Fra le porte an¬
tiche però quelle, che hanno la corona posta nella stes¬
sa linea degli abachi dei capitelli, non corrispondono al te¬
sto vitruviano riguardo all' altezza, e quelle, che vi corri¬
spondono, non hanno la corona cosi collocata; né puo in es¬
se avere questa disposizione, a meno che qualche membro
della trabeazione non riceva una sproporzionata dimensione
con grave detrimento della bellezza. Quindi la porta dorica
dovrà avere due parti e mezzo delle tre e mezzo, in cul fu
divisa l' altezza dal pavimento al lacunare, e la jonica due
sole; « si deve attribuire l'errore indicato agli ammanuensi; la