CAPO IV.
ghezza; e ciò che rimane ( al disopra de' travi abbiasi per la proporzione
de' laçunari, e per la macchina del tetto.
La larghezza da assegnarsi alle Ale da destra e da sinistra va regolata
giusta la grandezza dell' Atrio: perchè se la sua lunghezza sia fra i XXX.
piedi e i XL., la larghezza delle ale dovrà essere il terzo di essa lun-
ghezza (); e se dai XL. ai L., si divida tal lunghezza in parti tre e mezzo,
e se ne dia una alle ale. Che se poi la lunghezza fosse dai L. piedi ai
LX., le ale saranno un quarto della lunghezza. Dai piedi LX. agli LXXX.,
dividasi la lunghezza in parti quattro e mezzo, ed una parte se ne dia
alle ale. Fra i piedi LXXX. ed i C., si avrà la giusta larghezza delle
ale, dividendo la lunghezza dell' atrio in parti cinque. I travi liminari ()
di queste ale s'innalzino in modo che la loro altezza sia eguale alla
larghezza dell' Atrio.
Pel Tablino 4, se la larghezza dell' atrio sarà di piedi XX., dedottone
il terzo, quel che rimane sarà per l'ampiezza di esso. Se sarà dai XXX.
piedi ai XL., si attribuirà al Tablino la metà della larghezza dell' atrio.
Se poi sia fra i XL. ed i LX., si divida in cinque parti la larghezza,
e se ne diano due al Tablino. Imperocchè i ragguagli delle simmetrie
degli atrj piccoli non possono essere i medesimi di quelle dei grandi.
Che se ci serviremo delle simmetrie de' grandi per i piccoli, non se ne
avrà utile resultato, si per riguardo ai Tablini che alle Ale ; e se poi
ci serviremo delle simmetrie de' piccoli per i grandi, diverranno i mem¬
bri di questi d’ una vasta e smisurata grandezza. Perciò io volli scrivere
in generale su queste regole risguardanti le grandezze, si quanto all’uso,
come al comodo, ed all' apparenza. L'altezza del Tablino fin sotto l'ar-
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