CAPO II.
Parimente il Sistilo è quello in cui può farsi l'intercolunnio capace
di due grossezze di colonna, e i plinti delle basi siano eguali a quello
spazio che resta fra i due plinti (): tal è il Tempio della Fortuna E¬
questre presso il Teatro di pietra, ed altri fatti a questa medesima maniera
Ambedue queste specie riescono però difettose pel loro uso (2): impe¬
rocchè le madri di famiglia, qualora salgono i gradi per recarsi a fare la
preghiera, non possono passare accoppiate per la strettezza degl' inter¬
colunnj, e sono costrette a passarvi in fila. Oltre di che la veduta delle
porte rimane nascosa per la spessezza delle colonne, ed i simulacri (3
non ricevono lume. Finalmente, per l'eccessiva strettezza rimane impe
dito il passeggio intorno al tempio.
Il Diastilo sarà quello che possa aver l'intercolunnio tanto largo, quanto
sia la grossezza di tre colonne 4): tal è il tempio di Apollo e di Diana
Codesto ordine ha però il difetto che gli architravi per la soverchia lun¬
ghezza si spezzano (5).
Negli Areostili poi non si possono usare architravi né di pietra né
di marmo; ma solo debbonsi porre lunghe travi di legname. L'aspetto però
di codesti templi riesce pesante, tozzo e largo; ed i loro frontespizi si
adornano all' uso toscano con simulacri di creta, o di bronzo dorato: tali
sono, presso al Circo Massimo, il tempio di Cerere e quello di Ercole
eretto da Pompeo; e tal è anche quello del Campidoglio (6).
Ora si dee esporre come l' Eustilo sia il migliore ed il più adatto, si
pel comodo che per la bellezza e la fortezza. Imperocchè gl' intercolunn
di codesta specie si debbono far larghi per due grossezze di colonna ed
un quarto; ed il solo intercolunnio tanto del mezzo della facciata che
del postico è di tre grossezze di colonna: poichè facendolo in si fatta
guisa l' aspetto sarà bello, gl' ingressi saranno comodi e senza alcun
ingombramento, ed il passeggio attorno la cella apparirà maestoso
(1) Or ora dirà Vitruvio che l' aggetto delle basi
chiama anche diasilo un intercolunnio dorico di
è per un quarto del diametro della colonna, come
due diametri e tre quarti.
in fatti è in codesto intercolunnio. Il Teatro di
(5) Giova l'unire codesti architravi col fregio,
pietra poi qui ricordato, dee intendersi il Teatre
farli di tre pezzi, cosicchè il pezzo di mezzo ab¬
di Pompeo.
bia la forma di conio, e si giaccia coi lati sopra
(2) Perchè eodesto intercolunnio abbia a servire
i due che gli sono ai fianchi.
all' uso, bisogna che le colonne non siano menc
(6) Plinio (lib. XXXV. cap. 12) ci dice, che Damo¬
grosse, all'imo scapo, di circa braccia 3 di Milano
filo e Gorgaso, celebri pittori e scultori in creta
ossia metri 1, centim. 78.
adornarono il tempio di Cérere al Circo Massi-
(3) I templi non avevano d'ordinario aléunâ sorta
mo. Altrove (lib. XXXIV. cap. 12) râcconta de
di finestre, ma ricevevano lume dalla porta ; e
tempio d' Ercole presso il medesimo Circo erette
perchè l'antitempio era impedito da molté e fitte
da Pompeo ; ed aggiugne che Mirone vi fece l
colonne, vi si ravvisava perciò una mistériosa oscu¬
statua d'Ercole. Il lavoro in créta poi fu proprio
rità, atta ad ispirare orrore e timore: nelle quali
dei Toscani. Taziano che fiori ai tempi di Anto¬
cose dai vulgari Pagani riponevasi la loro pietà
nino Pio scrive : « La Musica, la Poesia, le ce¬
(4) Esprimendosi qui Vitruvio colla frâse intér¬
rimonie sacre, ci sono state insegnate da Orfeo,
ponere possumus , insegna soltanto che possà tal
il fare di créta dai Toscani ». (V. Piranesi, Ma¬
misura avervi luogo, e lascia per conto della di¬
gnif. di Rom. pag. 37).
stanza qualche sorta di libertà. Egli (lib. IV. cap. 3