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edifizj l'esattezza de' rapporti, per recare a quelli
le proporzioni a parte per parte. Qualora dunque
si saranno determinati i rapporti della simmetria,
e dispianatesi le proporzioni in vigore del razio¬
cinio; allora tocca pure all'ingegno il provvedere
al genio del luogo, all' uso, ed alla bellezza, e col
saper levare, od aggiungere, e tener cosi una via
di mezzo, colla quale o tolta od aggiunta che siavi
alcuna parte della simmetria sembri essersi ció fat¬
to acconciamente, e in modo che nulla vi si abbia
a desiderare per riguardo al colpo d' occhio. (1)
(1) La bellezza dell' Architettura non tanto deriva dal-
le proporzioni vere, e reali, quanto dalle apparenti. Per-
ciocche siccome la stabilità della fabbrica dipende dall' in¬
tendimento del peso reale, e della forza reale; cosi il di-
lettevole della medesima ripete il suo effetto dal peso ap-
parente, e dalla forza apparente, come si era distinto nell'
albero esibito al capo III. del libro I. Codesto effetto di¬
pende dalla disposizione Euritmica delle superficie liscie,
che piazze si dinominano. Egli è perciò di mestiere che
alla sommità d'un' opera d'architettura vi sia disposta, e
vi abbia luogo una larga piazza di peso apparente, la qua-
le venga sostenuta dalla forza apparente di altre piazze in-
feriormente alluogate; e quando codesta disposizione sia
formata colla debita simmetria, ne deriva all'opera d'ar-
chitettura la magnificenza, ed il colpo d'occhio, A modo
d'esempio, nella facciata d'un tempio il tutto insieme dell
intavolato, e frontespizio forma la magnifica piazza del pe-
so apparente, ed i fusti delle colonne col basamento ne in-
dicano la forza apparente proporzionata al pese apparente
che sostiene