Full text: Vitruvius: I Dieci Libri Dell' Architettvra Di M. Vitrvvio

LVURTO. 
nico uiene ad esser quasi la terza parte della grossezza della colonna. La seconda regola è, che 
le Corinthie non hanno membri proprij di sopra, ma si pigliano, odalle simmetrie Doriche, o 
dalle usanxe loniche. dice Vitr. o dalle ragioni de gli Triglisi? cioè dalla ragion Dorica, non 
che siano Triglifi nel Corinthio, ma perche il compartimento Dorico, è regolato secondo gli Tri 
glisi. Similmente per goccie intende, non quelle, che sono sotto gli Triglisi, ma quelle, che sono 
disposte sottol gocciolatoio, nel piano di sotto, come hauemo detto i moderni le chiamano fusaio 
li, non sapendo l'origine di quelle. Adunque nella maniera Corinthia, lArchitraue, il Fregzio, 
la Cornice, si puo pigliare dalla misura, & compartimento Dorico. Egli si puo anche pigliare 
dalle usanxe loniche tutto quello, che s'impone a capitelli delle colonne, & in questo caso non e 
differenxa tra l Ionico, & il Corinthio, & si puo dire che il genere Corinthio non habbia altro 
del suo, che il capitello, & questo si deue auuertire. Seguita Vitr. a dire l'origine del genere 
Dorico, & dice. 
Perche nell' Achaia, & nel Poloponesso Doro figliuolo di Helleno, & della ninfa Optice 
hebbe il principato, questi in Argo antica città fece a caso il Tempio di Giunone di quel¬ 
la maniera. Dapoi delle istesse maniere non essendo anchor nata la ragione delle simme¬ 
trie fece i Tempij nelle altre città dell Achaia. Ma poi che gli Atheniesi per le risposte del 
Delfico Apollo di commune consiglio di tutta la Grecia in uno istesso tempo condusse¬ 
ro in Asia tredici colonie, & a ciascuna colonia diedero il suo capo, & condottiere, dan¬ 
do la somma dello imperio ad lone figliuolo di Xutho, & di Creusa, il quale per le risposte 
sue Apollo in Delfo uolle chiamare suo figliuolo; costui condusse in Asia quelle colonie: 
& iuifabricò grandisime città hauendo occupati i confini della Caria, Epheso, Mileto, 
Mlunta, che gia fu dalle acque sorbita, i sacrificij, & isuffragij della quale gli lonij, a Mi 
lelij attribuirono, & Priene, Samo, Teon, Colofona, Chio, Erithras, Phocea, Elazo 
mene, Lebedo, Melite. Questa Melite, per l'arroganza de cittadini da queste citta per 
commune consiglio mossagli guerra, fu ruinata. in luogo della quale dapoi, per benesi¬ 
cio del Re Attalo, & d'Arsimone la città de Smirnei è stata riceuuta nel numero delle cit¬ 
ta loniche. Queste citta hauendo scacciati i Carij, & i Lelegi, nominarono dal loro capo 
lone quella regione lonia: & ponendo iui i Tempij de i Det immortali cominciorno a ta¬ 
bricare alcuni Tempietti, & prima (come uiddero in Achaia) fecero il Tempio d'Apol 
lo, detto Pannionio, & quello chiamarono Dorico, perche lo uiddero da prima cosi fat 
to nelle citta dei Dorici. Ma uolendo ponere in quel Tempio le colonne, non hauendo 
le simmetrie di quelle, & cercando con che ragioni le potessero fare, si che, & a sopporta¬ 
re ipesi fussero bastanti, & tennessero approuata belleza nello aspetto, misurarono la 
pianta del piede uirile, & hauendo trouato, che il piede era la sesta parte dellaltez za del¬ 
Thuomo, colsi la traportarono nella colonna. Et di quella grossezza, che fecero la basa 
del fusto della colonna, sei fiate tanto leuarono in altezza quella col capitello. Et a 
questo modo la colonna Dorica comincio dare ne gli edificij proportione & fermezza, & 
belleza del corpo uirile. Appresso dapoi cercando di fabricare un Tempio a Diana, da 
gli istessi uestigij trasferirono nuoua forma di maniera alla suelteza feminile. Et prima fe¬ 
cero la grosseza della colonna per la ottaua parte dell altezza, & acioche tenessero lo 
alpetto piu alto sottoposero alla basa in luogo di calzare la spira, & al capitello imposero 
le uolute pendenti dalla destra, & dalla sinistra, come crespi cincinni della capillatura, & 
ornarono le fronti di cimase, & con festoni, (che encarpi si dicono) cioè fruti raccolti 
inlieme, & foglie colligate in uece di capelli disposte, & per tuttol tronco della colonna 
lasciarono andar a basso le canalature, come falde delle uestimenta all' usanza delle matro¬ 
ne; & cosi con due differenze imitarono la inuentione delle colonne, una schietta, & nu 
da senza ornamento, che era di sembiante uirile, l'altra di muliebre sottigliezza, & orna¬ 
mento, & misura. Ma quelli che uennero dapoi con eleganza, & sottigliezza di giudi¬ 
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