CAPO III.
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più spessi, cacciar giù colle macchine (1), riem¬
piendo di carboni (2) i vuoti che rimanesser fra
loro, e finalmente con saldissima costruzione riem¬
pire (3) le fondamenta.
37. Costruite per tal modo le fondamenta,
si collochino 1 piedestalli a livello, e sopra i pie¬
destalli si dispongano le colonne a norma di quan¬
to fu insegnato di sopra, cioè nel picnostilo, co¬
me pei picnostili, nel sistilo, nel diastilo, nell'eu¬
stilo, come per questi ivi fu detto e prescritto.
Negli areostili poi ognuno può liberamente far
quella distribuzione che più gli piace.
38. Ma nei peripteri (4) si pongano le colon¬
(1) Ci riserbiamo a dare la forma di queste macchine nel
Libro X.
(2) Lo Stratico rapporta ciò che dice Laerzio nella Vita
di Aristippo, cioè che Teodoro di Samo, architetto del tem¬
pio di Giunone in quella città, ricordato anche da Vitruvio
nella prefazione del Lib. VII., fu quegli che fece frammi¬
schiare al cemento il carbone nel costruire le fondamenta
del tempio di Diana Efesia, essendovi colà un suolo paludoso.
(5) Osserva benissimo il Filandro che Vitruvio chiama
fondamenta le stesse fosse, nelle quali si deve fabbricare; ma
cosi non sempre, poichè il successivo paragrafo mostra che
per fondamenta intende la stessa costruzione.
(4) A questo passo il Poleni riporta alcune osservazioni
del Perrault. La prima è che periptero è un nome generico,
il quale comprende parecchie specie di tempj; ma che in
questo luogo Vitruvio intende parlare di quelli che sono cir¬
condati da un solo ordine di colonne, e che il passeggio fra
le pareti e le colonne sia largo quanto lo è un intercolun¬
nio. A noi sembra invece tutto al contrario, cioè che qui si
abbraccino sotto la denominazione di peripteri tutti quei tem¬
pj che si veggono circondati da colonne, poichè stabilendo
il rapporto fra la larghezza e la lunghezza di questi tempj,
non fa che ripetere ciò che assegnò in ispecialità al peripte¬
ro propriamente detto, e al pseudodiptero, ai quali si con¬
formano il diptero e l'ipetro, come si rileva dal cap. 1. di