Full text: Lib. III (3)

GIUNTA IV. 
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non le seguirono in tutte le altre parti di un edifizio. 
Nul¬ 
laostante pare che Vitruvio fra i tanti metodi uno ne presce¬ 
gliesse; ma lo accennò oscuramente, e la dimostrazione che 
prometteva non si rinvenne. Quindi i commentatori si affati¬ 
carono continuamente a indovinare il senso delle sue paro¬ 
le, e ognuno credette di aver colto nel segno. Quanto ab¬ 
biano fatto in questo rapporto i più celebri interpreti di 
Vitruvio, e i più distinti architetti si può vedere nella se¬ 
conda esercitazione vitruviana dello Stratico dalla pag. 18. 
alla pag. 25. Noi qui riferiremo soltanto i tre metodi che 
ci sembrano migliori. Il primo è quello del Palladio, a 
çui si uniformano lo Scamozzi ed il Salviati; eccone la de¬ 
scrizione. Determinata l' altezza della voluta, e la posizio- 
ne dell’ occhio dietro il chiaro precetto di Vitruvio, s' in¬ 
scriva nell’ occhio un quadrato, che abbia per diagonali i 
diametri dell'occhio stesso (Tav. XXXIII. fig. i.). Si dividano 
poscia i lati di questo quadrato per metà, e si segnino i 
punti di divisione coi numeri progressivi dall'uno al quat¬ 
tro; dal punto 1 al punto 3 si guidi una retta, ed una dal 
punto 2 al punto 4, e ciascuna di queste si divida in tre 
parti uguali, numerando le divisioni progressivamente, come 
si vede nella figura. Si faccia indi centro successivamente in 
ciascuno di questi punti, e si descrivano i dodici quadranti 
di circolo che comporranno la voluta esterna. Per ottener 
poi la voluta interna basterà ritirar il centro di ciascun qua¬ 
drante verso il centro dell'occhio per una quarta parte del 
raggio dell' occhio medesimo. 
Il Goldmann in vece descrive questa voluta nel modo se¬ 
guente. Fissata l’altezza e la posizione del centro dell' oc¬ 
chio, divide per metà i raggi CA, CB nei punti 1, 4, (Tav. 
XXXIV. fig. 2.) e sopra la retta compresa fra questi punti de¬ 
scrive un quadrato che termina ai punti 1, 2, 3, 4 ; indi dal 
centro C guida le rette C2, C3, e le divide ciascuna in tre 
parti uguali, conducendo dai punti di divisione le perpen¬ 
dicolari sopra il diametro AB dell' occhio, e segnando i pun¬ 
ti d'incontro, come si vede nella citata figura, i quali servo¬ 
no di centro a ciascun quadrante che si deve descrivere. Pei 
istabilire poi la spirale interna forma il triangolo rettangolo 
AFV, il quale abbia AF uguale a quattro volte il diametro
	        
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