Full text: Lib. II (2)

LIBRO II. 
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potese vedervi dentro; onde stabilirono che si 
chiamasse abaton. 
42. Se dunque non isdegnarono fabbriche mu¬ 
rate di mattoni que re potentissimi, ai quali per 
tributi e per le prede era dato sovente di farle 
non solo di cementi e di pietra quadrata, ma ben 
anco di marmo, credo non doversi riprovare que¬ 
gli edifizj che si costruiscono di mattoni, purchè 
sieno fatti a dovere. Or io dirò perchè al popolo 
romano non convenga fabbricare a questo modo 
dentro di Roma; e non ometterò le cause e le 
ragioni di questa cosa. 
43. Le pubbliche leggi non permettono di fa¬ 
re ne muri comuni le grossezze maggiori d' un 
piede e mezzo: gli altri muri poi, perchè gli spazi 
non diventino angusti, si fanno della stessa gros¬ 
sezza. Ma i muri di mattone (se non sono di 
due o tre mattoni) con la grossezza di un piede 
e mezzo non possono sostener più d'un palco (1). 
Ma in cotanta maestà di Roma ed in tale infi¬ 
nita moltitudine di cittadini, fa d'uopo dispiegare 
una serie innumerevole d'abitazioni. Onde non 
potendo l'aja (2) contenere tanta moltitudine d'abi¬ 
tatori in città, la cosa stessa obbligò di ricorrere 
all altezza degli edifizj: sicchè le altezze formate 
di pilastri di pietra, di strutture di cotto, di pa¬ 
reti cementizie, congiunte con ispessi tavolati, col¬ 
le separazioni de' cenacoli apportano grandissima 
(1) Si può dire travatura o solajo. 
(2) Si può dire la superficie del terreno,
	        
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