LIBRO II.
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le fronti della quale si puliscono (1), e le altre
cose tali quali sono in natura, poste insieme col¬
la materia, con alterne commessure collegansi. Ma
i nostri che aman la fretta collocando a perpen¬
dicolo i corsi stabiliscon le fronti, e riempiono il
mezzo di pesti cementi confusi colla materia; on¬
de in tale costruzione si elevano tre croste, due
delle fronti ed uno della riempitura di mezzo.
36. Ma i Greci invece ordinando i piani per
lungo (2), e con alterne commessure collegando¬
li alla larghezza del muro, non fanno riempitura
di mezzo, ma coi loro frontati lo consolidano in
una eguale e stessa grossezza: inoltre frappongo¬
no l'un dietro l'altro quei frontati che vanno
dall' uno all' altro de' termini della larghezza,
quali si chiamano diatoni, e che collo stringere
grandemente raffermano la solidità dei muri,
37. Onde se alcuno in questi commentari (3
ne della parola contadino sa troppo di medio evo per po¬
tersi convenientemente applicare al rustico di Vitruvio,
(1) Il termine d'arte a di nostri è stabilire, che significa
propriamente il finimento perfetto dell'opera.
(2) Qui il nostro autore fa conoscere che i Greci poco uso
facevano del muro a riempitura sopra descritto, ma che in¬
vece essi formavano dell'interno e delle fronti quasi una
grossezza continuata, e che non contenti di ciò legavano una
fronte con l'altra per mezzo di morse ch'essi chiamavanc
diatoni, e che i Latini dicevano frontati. Taluni però distin¬
guono questi frontati in due specie, ad una delle quali con¬
servano il nome di diatoni, e all'altra danno quello di sem¬
plict; e la differenza sta in ciò che gli ultimi non fanno che
legare una fronte col muro di mezzo (fig. 4. Tav. II.), ed i
primi invece abbracciano tutta la grossezza del muro ed u¬
niscono una fronte con l'altra (fig. suddetta.).
(5) Impiega qui Vitruvio alcuni paragrafi per mostrare